Questo sito nasce da un'iniziativa di alcuni compagni ed amici che hanno percorso con Stefano Tassinari un lungo e avvincente tratto di strada.
In questo luogo virtuale sono raccolti materiali e documenti relativi alla sua vita e alla sua opera.
Il visitatore consideri questa raccolta come una collezione in divenire, sia per la quantità delle testimonianze, che per la loro presentazione e catalogazione.
Ci piace pensare che questo sito sia un laboratorio aperto a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrare Stefano e che pensano sia utile mantenere raccolti questi tasselli per consentire la conoscenza della sua opera.
L'operazione è stata possibile grazie all'interessamento e la generosità di moltissime persone che speriamo di avere indicate tutte nella pagina dei ringraziamenti.
Sono raccolti qui molti materiali della attività artistica di Stefano.
Alcuni dei video, delle fotografie, delle registrazioni audio o dei documenti presentati potrebbero confliggere con i diritti d'autore degli artisti rappresentati. Non è nostra intenzione approfittare di questi giusti diritti. A qualunque segnalazione seguirà immediata rimozione dei materiali.
Questo progetto non è concluso, è aperto alla partecipazione di tutti coloro che credono all’importanza di salvaguardare la memoria dell'opera di Stefano Tassinari.
La versione che state visitando è stata pubblicata il giorno 24 dicembre del 2015, giorno del sessantesimo compleanno di Stefano.
Letteraria ha dedicato un numero intero al suo fondatore il numero 6 di Ottobre 2012.
Tratto dall'articolo di Wu Ming 1:
"...Stefano era «poliedrico», ovvero simile a un solido che presenta più facce piane poligonali. Stefano era «eclettico», colui che sceglie, che fa una cernita e mette insieme oggetti diversi. Stefano era «versatile», quindi in grado di cambiare direzione. Mah. È vero che un vocabolo non è la sua etimologia - altrimenti dovremmo chiamare «denaro» (che sta per dieci) solo i biglietti da dieci euro e le monete da dieci centesimi - ma quando un vocabolo è abusato e diventa cliché, allora perde forza immaginifica, e quando viene pronunciato suona debole e spossato, come stesse per cadere all’indietro, per riaccasciarsi sulla propria origine. E così, «poliedrico» evoca la geometria: punti e linee, lati diritti, angoli appuntiti. «Eclettico» fa pensare a uno che pesca di qua e di là. «Versatile» richiama una banderuola agitata dai venti.
Nessuno di questi attributi può rendere l’idea dell’attività molteplice di Stefano come scrittore giornalista drammaturgo autore e conduttore radiofonico e televisivo organizzatore di festival rassegne e presentazioni di libri promotore di iniziative viaggiatore militante politico intellettuale marxista commentatore sportivo. Ho tolto le virgole perché non c’era separazione tra questi aspetti del suo fare, né spaziale né temporale. Noi stiamo cercando di ricostruire e mappare questo concatenamento esteso un’intera vita, senza la pretesa di afferrare il vortice, ma ponendo attenzione agli oggetti che il vortice aveva raccolto - eklektos, appunto: se diciamo che a essere eclettico non è l’individuo ma il concatenamento stesso, allora il termine suona meno stereotipato - e fatto ruotare insieme..."